Prestito vitalizio, previdenza integrativa di scorta?

Da qualche anno esiste la possibilità per

le persone con più di 60 anni di ipotecare

l’immobile di proprietà e ricevere in cambio

una somma di denaro, calcolata in funzione

dell’età del soggetto e del valore dell’immobile. 

 

Questo per soddisfare delle esigenze

finanziarie personali o integrare l’assegno

pensionistico. Il debito può essere restituito

oppure no, finché rimane in piedi, cresce

degli interessi. Al momento del decesso,

gli eredi potranno saldare il debito (capitale

e interessi) o lasciare alla banca la casa.

Se saranno fortunati e dalla vendita del bene

la banca avanzerà qualcosa, vedranno

qualche soldo, altrimenti fine dell’eredità

immobiliare . Non sono molte le banche che

fanno questo tipo di prestito ma ci sono (Intesa,

Unicredit, Mps, Banca Popolare di Sondrio).

Perché questo strumento dovrebbe essere

conosciuto dai lavoratori come “pensione

integrativa” di scorta? Perché durante la vita

lavorativa sì potrebbero accumulare dei soldi

(e si spera) ma non è detto. Qualora l’unica

riserva sia andata sull’immobile, questo bene

dovrebbe essere utilizzato per quello che è, un

sostentamento per i proprietari “in vita”.

Se l’assegno previdenziale basterà, tanto

meglio, diversamente, senza perdere l’uso

dell’abitazione, perché non ricorrere al

prestito vitalizio?

Alternativa al prestito vitalizio è la di vendita

della nuda proprietà, ossia si cede solo la

proprietà dell’immobile e si tiene l’usufrutto

sul bene. Un giorno passati a miglior vita il

bene passa al soggetto acquirente.

In questo modo dalla vendita si possono

ricavare dei soldi da utilizzare in vita, senza

dover “dormire per strada”.

Per quanto riguarda i giovani lavoratori di

oggi, non è detto che si prodighino per

l’acquisto di una casa, qualora lo facciano

è utile che vedano l’immobile anche con 

finalità pensionistiche.

28/04/2020